Se c’è in gioco una persona cara bisognerebbe rimettersi alle sue volontà, al suo destino e mettersi in disparte per accompagnarla. Forse capire quando smettere di insistere a fare questo o quello è la cosa più difficile perché si viene coinvolti nella eventuale perdita, si ha paura di lasciarla andare.
Anteporre la propria sofferenza a quella della persona in questione è frequente. A volte si arriva a prolungargli il trapasso con trattamenti che sedano solo la nostra coscienza ma che possono creare distrazione e confusione nell’attore già provato dalla situazione. Non gli si lascia il tempo e i modi per prepararsi. Le cose sono ancor più tristi se magari il tutto succede in un asettico letto di ospedale che per legge ci relega a tubi, flebo o cannule.
Quando succederà a me voglio che sia una cosa pulita, a casa o in altro ambiente non so, ma so che sarò solo come quando sono nato, sicuro che avvertirò il momento affinché i miei cari siano preparati e mi lascino in pace, avrò troppe cose da pensare che alle loro paure, così ho deciso.