Quello che non ho mai condiviso sono le soluzioni parziali trovate dagli specialisti, locali o generiche ma poco risolutive rispetto ai problemi di cui si occupano, tranne quelle chirurgiche. Ovviamente non è una colpa ma il risultato di tanti anni passati a guardare sempre con la lente il particolare. Quando non si sa più cosa dire o fare si arriva ai consigli generici di salutismo che tutti sappiamo: non beva, non fuma, faccia movimento, non mangi questo e neanche quello ( spesso sono molto efficaci), faccia l’esame Z, i controlli K e tante visite con vari specialisti. Ognuno dirà la sua e darà la sua cura, quindi: prenda la vit. Y, fa bene per la sua malattia ma solo di una certa marca, l’integratore X di quella casa, facciamo l’esame H. Bene, allora qual è il problema?
Il problema è che spesso si trasforma la vita del paziente in una ossessione, per il cibo in primis, diventato la causa di ogni cosa, dipendente da farmaci, magari da prendere a vita. Nessun specialista oserà mai togliere qualche farmaco prescritto dal collega, sia per rispetto che per problemi legali. La persona passa il tempo a prendere questo a una certa ora, l’altro ad un’altra, fare esami su esami, dovendosi districare tra uffici, burocrazia, prescrizioni varie, date, tempistiche e attendere con ansia esiti specialistici che fotografano la situazione in divenire. Se aggiungiamo questo alla vita difficile e complicata di oggi diventa un girone dell’inferno che una volta entrati non si sa come se ne uscirà a prescindere dall’evoluzione della malattia iniziale.
La malattia è il dottore a cui si dà più ascolto. Alla gentilezza ed alla saggezza noi facciamo soltanto delle promesse; al dolore, noi obbediamo. Marcel Proust
A proposito di lei che ha scatenato questa macchina da guerra che fine farà? Si dovrebbe aver capito che la parte malata è collegata a tutta la persona e alla sua psiche, come si comporterà? Una persona già sofferente, quale vantaggio ne trarrà da questo iter diventando ossessionata, ansiosa, con il timore di avere questo o quello, stressata? Va detto che spesso è il paziente stesso che viene preso dall’ansia di sapere cosa ha, appena avverte il minimo disturbo, che richiede esami inutili e visite specialistiche in eccesso con la convinzione che più sia meglio. Penso che solo chi ha una personalità ferma, obbiettiva, che non cada nel panico, nell’ansia, nella disperazione o nella depressione per i tempi e il carico di stress che si aggiunge alla malattia, che non crede troppo alle parole e alle diagnosi preliminari, possa mantenere l’equilibrio psichico per scegliere le cure adeguate.
Perché i medici cercano di conquistare prima di tutto la fiducia del paziente con tante false promesse di guarigione, se non perché l’effetto dell’immaginazione supplisca all'impostura del loro decotto? Essi sanno che uno dei maestri di questo mestiere ha lasciato loro per scritto che ci sono stati uomini ai quali la sola vista della medicina produceva l’effetto.
Michel de Montaigne
Ogni specialista, me compreso, perde di vista l’insieme, io vedevo solo bocche ai congressi, il corpo e mente che c’erano attaccati non venivano considerati. Mi è sempre parso molto riduttivo, infatti le malattie come la piorrea giovano solo di trattamenti locali più o meno efficaci e non si capiscono ancora oggi i motivi veri di tanti fallimenti. Qual è l’insieme? Purtroppo non c’è un’esame capace di valutare l’insieme, rimane nella percezione umana, l’influenza della psiche sul corpo, l’influenza del corpo sulle parti che gli specialisti curano.
Il trattamento dell’insieme sarà la nuova frontiera, le parole d’ordine saranno: riposo, raccoglimento e calma per esaminare i lati trascurati di noi (quelli che gestiscono la maggior parte della nostra vita senza essere visti), esami e visite specialistiche senza panico per raccogliere dati, sottoporre esami anche a medici specialisti nella visione d’insieme, possibilmente che abbiano fatto percorsi psicologici e di medicine complementari che non trascurino il lato psichico.
foto de il vernacoliere