Meditazione prove scientifiche

Le ricerche internazionali a supporto confermano ciò che gli antichi avevano intuito

Meditazione prove scientifiche

Negli ultimi anni oltre 1450 ricerche sulla mindfulness sono state pubblicate su riviste scientifiche ufficiali (peer review) e oltre 84.000 articoli e pubblicazione divulgative (da Google Scholar). In queste ricerche sono dimostrati statisticamente, con analisi biochimiche, analisi elettro-fisiologiche (EEG, HRV, GSR), test psicologici e gruppi di controllo, follow-up, i rilevanti effetti clinici, fisiologici, emotivi, relazionali e psicologici della meditazione nelle sue varie forme antiche e moderne: mindfulness, vipassana, yoga, tai  chi, qi gong, MT, ecc.

Dopo le prime ricerche sugli effetti neuro-fisiologici e cognitivi dello Yoga, del Tai Chi e della MT, ora la cognitivo della vipassana buddhista proposto da Kabat Zin, Segal, Williams e Teasdale come Mindfulness Based Cognitive Therapy. Questa semplicissima tecnica di respirazione consapevole, che rappresenta il cuore del nostro progetto, è diventata in pochi anni una delle più studiate ed efficaci pratiche di consapevolezza corporea, emozionale e psicologica.

Molti studi evidenziano la sensibile differenza della meditazione che mostra una superiore efficacia e durata nel tempo rispetto alle tecniche di rilassamento, anti-stress e training autogeno. La meditazione agisce risvegliando la coscienza di Sé, il senso profondo della nostra individualità, che si ripercuote simultaneamente su tutti i livelli: fisico, emotivo e psicologico.

In relazione al “Progetto Benessere Globale” accettato e sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per favorire la cura dello stress, dell’ansia e della depressione, le ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato l’efficacia della meditazione, e della mindfulness in particolare, nelle tre maggiori malattie psicosomatiche del nostro tempo: lo stress, l’ansia e la depressione. Le ricerche cliniche sulla meditazione evidenziano anche notevoli risultati nella cura delle patologie psicologiche come crisi di panico, disturbo ossessivo - compulsivo, disturbo post traumatico da stress e disturbi dell’umore.

In particolare nello stress si è dimostrata l’efficacia della meditazione nella riduzione del cortisolo (l’ormone dello stress e dell’ansia) e del testosterone (aggressività e violenza), nella riduzione dell’ansia, della tensione muscolare e della tensione psichica (diminuzione del nervosismo, insonnia, iper-eccitazione, ecc.).

Ricordiamo che con il termine meditazione intendiamo uno stato di coscienza non mentale. Uno stato di consapevolezza globale di Sé, silenziosa e naturalmente integra, non disturbata dal consueto chiacchiericcio mentale di parole, immagini, giudizi, concetti, distrazioni che ci riportano o alle memorie del passato o alle fantasie e alle aspettative sul futuro. La meditazione è uno stato di presenza, di consapevolezza del momento presente.

Miglioramento del benessere, delle emozioni positive e della soddisfazione della vita.

Le prove scientifiche indicano che la meditazione del respiro produce un aumento dei livelli di benessere nei partecipanti attraverso un aumento di consapevolezza. Shapiro, Oman, Thoresen, Plante, e Flinders (2008) [34] hanno rilevato che la riduzione dello stress utilizzando la Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) e il programma di otto punti (PPE) produce un aumento dei livelli di benessere nei partecipanti. 

La meditazione può aumentare il benessere grazie ad un miglioramento delle risorse personali. Barbara Fredrickson nel 2008 ha studiato e valutato statisticamente una meditazione orientata alla gentilezza e all’amorevolezza e ha trovato un aumento di emozioni positive e di soddisfazione di vita per le risorse personali. [36] Questi risultati indicano che le attività quotidiane, come specifiche forme di meditazione, possono solo aumentare la soddisfazione di vita e anche sviluppare le risorse personali. Risorse che possono essere migliorate con la meditazione (Fredrickson, 2008) preparando le persone ad affrontare situazioni pericolose e stressanti. 

La meditazione può fortemente influenzare benessere futuro, e migliorare le risorse personali, è quindi una pratica importante da intraprendere. Cohen et al. (1983) sostengono che le persone valutano immediatamente le proprie risorse personali prima di rispondere a situazioni di minaccia. Pertanto, un praticante di meditazione si comporterà in modo più efficace in caso di crisi grazie alla consapevolezza della sue maggiori risorse personali, aumentando potenzialmente la sua felicità futura. Per quanto riguarda la letteratura, gli individui che aumentano le proprie risorse personali attraverso la meditazione o altre attività possono sperimentare livelli più elevati di soddisfazione.

Neuro-fisiologicamente l’effetto della meditazione tende a ridurre la carica del sistema nervoso simpatico (eccitatorio - attivante) che genera tensione muscolare, nervosa e psicologica e ad migliorare l’azione del sistema nervoso parasimpatico (rilassante-calmante), che riduce la frequenza del respiro, l’ipertensione sanguigna e il battito del cuore, prevenendo o migliorando lo stato delle malattie cardiache in generale. Sempre in relazione allo stress, la meditazione facilita l’aumento del piacere di vivere e di sentirsi soddisfatti: con miglioramento degli ormoni del benessere come l’endorfina (l’ormone della soddisfazione e della pace), la serotonina (l’ormone del piacere fisico), la dopamina (l’ormone dell’entusiasmo e del gioco), l’ossitocina (l’ormone dell’amorevolezza e della cura) e il DEHA.

La meditazione migliora la stabilità emotiva, promuove una migliore capacità di percezione ed espressione delle emozioni, migliora l’empatia, l’affettività, la comprensione reciproca e la comunicazione, e quindi le relazioni umane in generale. Permette, grazie all’aumento dell’endorfina di sentire meno la fatica e il dolore (anche il dolore cronico e da cancro) e quindi di essere più adatti alle prove della vita.

A livello neuro-fisiologico la meditazione aumenta la sincronizzazione tra le aree del cervello (coerenza elettro-encefalografica) che si manifesta come migliore stato di consapevolezza di sé, centratura, presenza, chiarezza del pensiero e capacità di concentrazione. In generale migliora le attività cognitive, dell’apprendimento, della creatività e dell’intuizione a tutte le età. 

Le nostre ricerche sulla coerenza cerebrale al pari delle ricerche internazionali evidenziano che la meditazione permette un notevole aumento della comunicazione empatica, ossia della percezione delle emozioni e dei feeling che vive la persona o le altre persone vicino a noi, migliorando le relazioni a tutti i livelli, tra madre-padre e figli (dai neonati ai ragazzi), nelle relazioni di coppia, nelle relazioni scolastiche e nelle organizzazioni lavorative. Grazie a queste ricerche è ora possibile superare i nostri problemi di timidezza, vergogna delle proprie emozioni, rigidità, chiusura e imparare a migliorare sia le proprie capacità psicofisiche interiori sia le nostre capacità relazionali e comunicative che rappresentano un fondamentale ostacolo per la maggioranza delle persone. 

La meditazione diminuisce l’infiammazione (diminuisce le citochine infiammatorie) che sono la prima causa di disturbi fisici come: gastriti, bronchiti, tonsilliti, vaginiti, tendiniti, coliti, cistiti, appendiciti, ecc.

La meditazione aumenta l’attività del sistema immunitario e ci permette di ammalarci di meno o di superare più facilmente infezioni e tumori.

I dati fisiologici delle ricerche

Molte ricerche attestano consistenti effetti clinici medici e psicologici dovuti alle diverse tecniche di consapevolezza di Sé, e mostrano un’assenza di effetti collaterali (G.M. Manzoni, F. Pagnini et al. 2008) . 

Le ricerche hanno anche rilevato la consistente differenza tra gli effetti dovuti alla meditazione e quelli dovuti al rilassamento (training autogeno ecc..). La meditazione mostra una decisa maggiore efficacia. (G.M. Manzoni, F. Pagnini et al. 2008; P. Subramanya e S. Telles 2009; R. L. Brearley, A. M. Forsythe, 1978)

Gli effetti della meditazione sono dimostrati mantenersi nel tempo, con un miglioramento dello stato di benessere e con un maggiore stato di consapevolezza anche al di fuori dallo spazio di meditazione. (C. F. Justo 2009; W. Lazara, Catherine E. Kerrb, et al. 2005)

I dati delle ricerche provano che la meditazione agisce su più livelli:

· Fisico (neurofisiologico, endocrino, immunitario, organico.)

· Emozionale, affettivo

· Cognitivo, psicologico

· Relazionale, famigliare

· Sociale, lavorativo

Effetti sul sistema PNEI: neurofisiologico, endocrino e immunitario.

· Bilanciamento del sistema simpatico/parasimpatico; 

· Diminuzione della HRV, diminuzione della pressione sanguigna, diminuzione della frequenza respiro, diminuzione della conduttanza della pelle (> GSR)

(F. Travis, R.K. Wallace. 1999; M.B. Ospina, K. Bond et al. 2007; Schneider et al., 1995; Patel et al., 1985; Schmidt, Wijga, Von Zur Muhlen, Brabant, & Wagner, 1997; Sudsuang, Chentanez, & Veluvan, 1991; Benson, Rosner, Marzetta, & Klemchuk, 1974; Wenneberg et al., 1997; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992)

· Miglioramento della risposta immunitaria (C.Y. Fang, D.K. Reibel et al. 2010; C. F. Justo 2009; R. J. Davidson, J. Kabat-Zinn et al. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca 2007) che si è dimostrata efficace anche in esperimenti su pazienti con cancro (M. Ando, T. Morita et al.. 2009)

· Aumento della coerenza EEG ed in particolare a livello delle onde alpha (Shin Yamamoto, Yoshihiro Kitamura et al. 2008)

Miglioramento nell’espressione emozionale e nella relazione affettiva

· Miglioramento della stabilità emotiva (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003)

· Miglioramento del relax e della sensazione di benessere (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca et al. 2004; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992)

· Insight di soluzioni e creatività (correlato con attività theta)

Miglioramento cognitivo e psicologico

· Funzionalità cognitiva anche con l’età

· Migliora la funzionalità e la flessibilità cognitiva con risposte agli stimoli più coerenti ed efficaci e con un miglioramento dell’attenzione. (F. Zeidan, S.K. Johnson et al. 2010; C. F. Justo 2009)

· Miglioramento nell’apprendimento

· Miglioramento delle relazioni famigliari, lavorative e sociali

· Cambiamenti nei pattern di attività cerebrale (Lou et al., 1999; Lazar et al., 2000; Newberg et al., 2001; Jevning, Anand, Biedebach, & Fernando, 1996; Benson, Malhotra, Goldman, Jacobs, & Hopkins, 1990)

· Effetto sullo stress: Diminuzione della adrenalina e della noradrenalina e aumento della dopamina, (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010; B. Vandana, K. Vaidyanathan et al. 2011; T.W Kjaer, C. Bertelsen et al. 2002; J.R. Infante, M. Torres-Avisbal et al. 2001; M. Bujatti, P. Riederer, 1976)

· Diminuzione della produzione di NA noradrenalina, ormone dello stress che diminuisce la produzione di CRH - riduzione ACTH e diminuzione del cortisolo (K.J. Watson, N.D. Pugh et al.1995; J.L. Harte, G.H. Eifert, R. Smith, 1994; R.Sudsuang, V. Chetanez et al. 1991; Jerving R., Wilson A. F., Davidson J.M. 1978; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.R. Infante, F. Peran et al. 1998)

· Diminuzione dell’inibizione del GABA che dà rilassatezza, emozioni positive, minor senso di fatica e migliore memoria ed apprendimento (A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; A.N. Elias, A.F. Wilson, 1994)

· Aumento delle beta-endorfine e degli oppioidi che generano un minor senso di dolore e di paura; e più elevate sensazioni di gioia ed euforia (J. R. Infante, F. Peran et al. 1998; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.L. Harte, G.H. Eifert, R. Smith, 1994)

· Aumento produzione di serotonina e dopamina che possono aumentare l'effetto benessere (M. Bujatti, P. Riederer, 1976) e anche la melatonina (G.A. Tooley, S.M. Armstrong et al. 2000; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; L.E. Carlson, M. Speca et al. 2004)

· Azione su cortisolo e testosterone (B. Vandana, K. Vaidyanathan et al. 2011; C.R, MacLean, K.G. Walton et al, 1997 Jevning, Wilson, & Davidson, 1978; Sudsuang et al., 1991; Infante et al., 1998; Walton, Pugh, Gelderloos, & Macrae, 1995; Schneider et al., 1998)

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