Apparentemente e’ facile, potrebbe essere addirittura scontato parlarne ma, non sempre ci rendiamo conto di quanto siamo complicati e di che sforzo sia necessario per semplificare.
Per esempio: quante scarpe, abiti, maglie, che non metti più da tempo, hai nell’armadio e le conservi gelosamente ? Se fai una ricerca scoprirai cose che non ti ricordavi più di avere.
Bisogna imparare a gettare o lasciare andare il superfluo, è proprio questo che accresciutosi a dismisura è diventato pesante e di intralcio.
La semplicità è la necessità di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superfluo.
Normalmente ci si lascia confondere, attirare, spingere, in ogni scelta o decisione, dal fatto che esistono mille opzioni, mille possibilità, pronte a soddisfare i nostri desideri e ambizioni.
Non si considerano le conseguenze di tali scelte che spesso comportano una serie di incombenze, più o meno nascoste che ci legano, ci imprigionano, ci obbligano a sostenere nel futuro, appesantendoci.
Possono essere pensieri che si fanno complessi, articolati e spesso ci portano a ingolfarci da soli di dubbi, preoccupazioni. Molti desideri comportano sacrifici, pagamenti di rate per ogni cosa, impegni, scadenze, vincoli.
La semplicità è complicata da raggiungere, perché è la cosa più facile da non capire.
Semplificare, nelle azioni materiali e comportamentali e di pensiero, comporta un semplificazione interiore.
Ovviamente non è necessario abbandonare completamente ogni forma di ambizione a migliorare ma, è necessario chiedersi se il “miglioramento” è reale, utile, se ci facilita l’esistenza, se ci alleggerisce.
Nel caso avessimo dei dubbi è meglio evitarlo o scegliere la soluzione più semplice, spesso coincide con quella più economica, anche se non necessariamente, a volte le cose più semplici sono più costose ma, lasciano liberi.
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